Ah, Antonello Venditti, il cantautore romano che da decenni porta nelle case degli italiani le sue ballate struggenti e piene di pathos. Chi l’avrebbe mai detto che proprio lui, l’artista della dolcezza e della poesia, potesse cadere così in basso con una gaffe che ha lasciato tutti a bocca aperta? Eppure, è successo. Durante un concerto a Barletta, Venditti ha dimostrato che la sensibilità non sempre accompagna chi ne fa un mestiere.
Protagonista della vicenda? Cinzia, una donna disabile, che tra i suoi tanti sogni aveva quello di vedere dal vivo il suo beniamino. Peccato che il sogno si sia trasformato in un incubo.
Mentre si esibiva sul palco, Venditti ha notato alcuni suoni indistinti provenire dal pubblico. Invece di ignorarli o cercare di capire cosa stesse succedendo, ha deciso di sfogare la sua frustrazione. «Vieni qua se c’hai il coraggio, str.. di m..», ha urlato al microfono, credendo che quei suoni fossero un atto di contestazione. Ma non è finita qui. Dopo aver imitato quei suoni, che si sono poi rivelati essere quelli di Cinzia, una donna disabile incapace di contenere l'emozione di essere finalmente lì, a pochi metri dal suo idolo, Venditti ha continuato la sua sfuriata anche quando un assistente gli ha fatto notare la situazione. «Non esistono ‘ragazzi speciali’, l’educazione è una cosa…», ha proseguito, lasciando il pubblico sgomento.
Ora, in un mondo dove la sensibilità sembra ormai merce rara, ci si aspetterebbe che una figura pubblica come Venditti, con una carriera costruita sull’empatia e sull’emozione, avesse un briciolo di buon senso. Ma evidentemente, anche i più poetici dei nostri artisti possono avere cadute di stile tanto clamorose quanto imperdonabili.
Le scuse, doverose, sono arrivate. Una telefonata nel primo pomeriggio del giorno successivo, durante la quale Venditti ha cercato di rimediare al danno parlando direttamente con Ruggiero Vino, il padre di Cinzia. «Per noi la questione è chiusa», ha detto Ruggiero, cercando di mettere una pietra sopra un episodio che, francamente, non dovrebbe mai accadere.
Ma il sapore amaro resta, perché una telefonata e un videomessaggio di scuse non possono cancellare l’umiliazione subita da una donna che aveva solo il desiderio di godersi una serata diversa dal solito, lontana dalla difficile routine quotidiana.
La realtà è che oggi viviamo in un’epoca di “shitstorm” facile, in cui tutto viene amplificato e strumentalizzato, spesso a scapito della verità. Ma questo non significa che le scuse possano sempre essere accettate senza riserva. Venditti, con quella sua uscita infelice, ha mostrato un lato di sé che molti preferirebbero non vedere. La sua reazione scomposta ha ferito non solo Cinzia e la sua famiglia, ma anche tutti coloro che credono che la musica, quella vera, debba unire e non dividere, debba curare e non ferire.
Per chi ha sempre visto in Venditti un portavoce dei sentimenti più nobili, questo episodio rappresenta una caduta imperdonabile. Certo, le scuse sono arrivate, e forse il pubblico sarà disposto a perdonarlo, ma il dubbio resta: come può un artista, che ha fatto dell’emozione il suo pane quotidiano, perdere così il contatto con la realtà e, soprattutto, con l’umanità?