Sardegna è donna: Un progetto politico al femminile per il futuro dell'isola

-
  In un contesto politico spesso dominato da figure maschili, dove il potere e l'influenza sembrano essere stati per lungo tempo un affare esclusivo degli uomini, emerge con forza un'iniziativa che non solo promette di cambiare le carte in tavola, ma di riscrivere l'intero gioco. Mara Lai, Presidente dei Riformatori Sardi, non si limita a fare annunci, ma lancia una sfida coraggiosa: creare un progetto tutto femminile, capace di dare voce, visibilità e credibilità alle tante donne che, da troppo tempo, restano ai margini del discorso politico. 

  “È giunto il momento che anche all’interno del nostro partito si elabori un progetto tutto femminile, per dare visibilità e credibilità alle tante donne dei Riformatori," dichiara con convinzione Lai. E non è un caso se questo messaggio arriva proprio ora, in un’epoca che vede, per la prima volta in Italia, una donna alla guida del Consiglio dei Ministri, un’altra alla guida della Regione, e le leader dei primi due partiti italiani ancora una volta donne. Il terreno è fertile, e l’occasione è di quelle che non si possono sprecare. Il progetto “Sardegna è Donna” non è solo un contenitore vuoto di belle parole, ma un’iniziativa concreta pensata per costruire uno spazio di discussione e azione, dove le donne possano mettere a frutto le loro esperienze e professionalità. 

  È uno spazio che, pur avendo come protagoniste le donne, è aperto anche agli uomini, perché la parità non è una questione di genere, ma di merito e competenza. “Sempre più giovani donne devono essere invogliate ad impegnarsi in quegli ambiti e settori che saranno i principali alleati dello sviluppo della Sardegna,” insiste Lai, mettendo l’accento su un punto cruciale: la necessità di formare e accompagnare le nuove generazioni verso ruoli di responsabilità, soprattutto in quei settori chiave per il futuro dell’isola. Settembre sarà il mese della verità, quando, con il contributo di tutte le donne coinvolte, verranno individuate le priorità operative di questo nuovo progetto. Non si tratterà, avverte Lai, di limitarsi alla promozione delle politiche di pari opportunità o di studiare le dinamiche sociali e lavorative delle donne. L'obiettivo è molto più ambizioso: far comprendere che le donne possono dare contributi significativi e proporre idee innovative su tutti i temi, dall’economia all’energia, dalla finanza alle scienze. Ed è proprio su questa base che Lai vuole costruire un organismo nuovo, capace di camminare con le proprie gambe, ma soprattutto di correre, spinto dalle capacità, professionalità e caratteristiche femminili.

  È un progetto che potrebbe rappresentare non solo un punto di svolta per il partito, ma un modello per tutta la politica sarda e, perché no, italiana. Forse è davvero arrivato il momento di vedere le cose con occhi nuovi, di lasciare che le capacità e le competenze emergano, senza che il genere rappresenti più un ostacolo, ma anzi, una risorsa. Mara Lai e il suo progetto “Sardegna è Donna” potrebbero essere l’inizio di una rivoluzione silenziosa, ma potente, dove finalmente anche la Sardegna possa dire: le donne fanno la differenza.