Serata di sangue sulla Statale 131, dove un giovane nordafricano ha perso la vita dopo essere stato investito da un’auto. L’incidente, avvenuto all'ottavo chilometro intorno alle 23:30, ha sollevato non poche ombre sulla sicurezza stradale e sulla gestione dei migranti, spesso lasciati a se stessi.
Non è ancora chiaro se il giovane camminasse sul ciglio della strada o se si fosse avventurato imprudentemente sulla carreggiata. Fatto sta che il conducente della vettura, probabilmente colto alla sprovvista dall’oscurità, non ha potuto evitarlo. L’impatto è stato fatale.
L’ambulanza del 118 è arrivata rapidamente sul posto, ma per il giovane non c'è stato nulla da fare.
Come se non bastasse, poche ore dopo, un altro migrante, anche lui nordafricano, è stato investito nelle vicinanze mentre percorreva la strada su un monopattino. Fortunatamente, il ragazzo ha riportato solo qualche ferita. Si era appena recato al centro migranti di Sestu, a poca distanza dal luogo del primo incidente.
La polizia stradale è al lavoro per fare chiarezza su entrambi gli episodi, e si indaga per capire se i due casi possano essere collegati. Resta da identificare la vittima del primo incidente, ma intanto emerge un quadro preoccupante: migranti che vagano senza meta, in una condizione di abbandono e precarietà che li espone a rischi mortali.
E mentre si continua a parlare di accoglienza e integrazione, questi fatti dimostrano come la realtà sia ben diversa. Giovani lasciati a camminare, o addirittura a spostarsi su monopattini, lungo strade pericolose e buie, dove ogni passo può rivelarsi fatale.
Un dramma che, ancora una volta, richiama l’attenzione sulla necessità di affrontare seriamente la gestione di chi arriva in Italia in cerca di una vita migliore, ma finisce per incontrare solo solitudine e pericolo.