Purtroppo è una storia vera.
Sharon Verzeni amava gli animali. Viveva a Termo d'Isola, un tranquillo paese nella provincia di Bergamo, e dedicava gran parte della sua vita a prendersi cura dei cuccioli abbandonati. Un gesto, questo, che racconta molto di lei, una donna dal cuore grande, un'anima sensibile che si spendeva per gli altri, per chi non poteva difendersi.
Ma chi l'ha uccisa non aveva pietà. Chi l'ha colpita quattro volte alla schiena e una al torace non vedeva in lei quella bontà che tutti conoscevano. Probabilmente, chi ha stroncato la vita di Sharon la conosceva bene. Forse, aveva guadagnato la sua fiducia, avvicinandosi a lei con lo stesso volto gentile che Sharon offriva al mondo.
Era il 22 marzo 2019 quando Sharon Verzeni venne brutalmente assassinata. Una data che il paese non dimenticherà mai.
I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bergamo, insieme ai colleghi del ROS, stanno scavando nel passato di Sharon, cercando risposte in un mosaico di indizi che non smette di espandersi. Hanno già acquisito le immagini di oltre 50 telecamere, riprese nell'ora prima e dopo il delitto, setacciando ogni dettaglio, ogni sguardo, ogni movimento. Hanno in mano anche i tabulati telefonici di Sharon e del suo compagno, ogni chiamata, ogni messaggio, ogni segnale, in cerca di una traccia che possa condurli alla verità.
Ma in questi corridoi di silenzi e indagini, sussurrano voci che parlano di un pericolo più grande. Voci che non escludono la mano di un serial killer, un predatore che si aggira nell'ombra, scegliendo le sue vittime con fredda precisione.
50 telecamere per catturare l'assassino di Sharon Verzeni. Un puzzle ancora incompleto, in attesa di quel tassello che possa finalmente rivelare il volto di chi ha macchiato quella data di sangue, rendendo il 2019 un anno di dolore e paura per la comunità di Termo d'Isola.