Tragedia a Girasole: Un altro operaio muore, la Cisl chiede azioni concrete per la sicurezza sul lavoro

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  La morte di un giovane operaio di 24 anni a Girasole, folgorato durante un intervento di manutenzione in una cabina dell'Enel, è l'ennesima tragedia che getta un'ombra pesante sulla sicurezza nei luoghi di lavoro in Italia. Un dramma che, come afferma Pier Luigi Ledda, segretario generale della Cisl in Sardegna, «ci lascia tutti sgomenti» e impone una riflessione urgente sulle condizioni di sicurezza in cui operano migliaia di lavoratori ogni giorno. «Questa tragedia ci sembra l’ennesimo caso legato al problema della salute e della sicurezza dei lavoratori», ha dichiarato Ledda, ribadendo la posizione del sindacato che da tempo invoca un'azione più decisa e strutturale per combattere quella che definisce una vera e propria emergenza. «Occorre prevenire – continua Ledda – con più ispezioni, controlli rigorosi e un investimento massiccio in formazione e informazione sul tema della sicurezza».

  Le parole di Ledda non sono solo un richiamo, ma un grido d'allarme. Ogni morte sul lavoro non è solo una perdita umana inestimabile, ma anche il sintomo di un sistema che ancora non è in grado di proteggere adeguatamente i suoi lavoratori. E mentre la Sardegna piange un'altra giovane vita spezzata, la Cisl non può fare altro che chiedere alla presidente della Regione, Alessandra Todde, un intervento immediato e risolutivo. Le cronache giornaliere di incidenti sul lavoro in Italia descrivono un panorama inquietante, dove troppo spesso la sicurezza viene sacrificata sull'altare della produttività o della superficialità nei controlli. Questa è una realtà che il sindacato non intende accettare passivamente. Ledda sottolinea l'urgenza di «azioni concrete e strutturali» non solo a livello regionale, ma anche nazionale, per fermare una volta per tutte queste tragedie. La richiesta della Cisl è chiara: serve una maggiore attenzione alla salute nei luoghi di lavoro, che deve tradursi in misure pratiche e immediate. 

  Non bastano le parole di cordoglio, per quanto sincere; servono cambiamenti tangibili, che possano fare la differenza tra la vita e la morte per chi, ogni giorno, si reca al lavoro. L'appello alla prevenzione è forte e chiaro: più ispezioni e controlli, ma soprattutto un investimento serio in formazione, affinché tutti i lavoratori siano consapevoli dei rischi e adeguatamente protetti. Perché nessun giovane dovrebbe uscire di casa la mattina e non fare ritorno la sera. La morte a Girasole ci ricorda, tragicamente, che la battaglia per la sicurezza sul lavoro è tutt'altro che vinta, e che ogni perdita umana è un monito per la società tutta. La Sardegna, con la sua economia in parte ancora legata a lavori rischiosi, non può permettersi di ignorare questo appello. È tempo di agire, con decisione e con la consapevolezza che ogni azione ritardata può costare una vita. Gad Lerner saprebbe meglio di chiunque altro far emergere l'urgenza e la necessità di un cambiamento, puntando il dito contro chi, in questo momento, detiene la responsabilità di proteggere i lavoratori italiani.