Le pale dal porto di Oristano a Villacidro: Nasce un nuovo impianto, nonostante la moratoria

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  Ecco a voi l'ultima novità: i componenti delle pale eoliche, partiti dal porto di Oristano tra le proteste dei comitati locali, hanno trovato casa in un'oasi agricola ai piedi del Monte Linas, tra Villacidro e Samassi. Dovrebbero essere "manufatti destinati alla manutenzione straordinaria di installazioni autorizzate da tempo", almeno così ha dichiarato il Prefetto durante le conferenze dell'ordine pubblico. Ma la realtà sembra raccontare un'altra storia. Infatti, sembra proprio che siamo di fronte a un cantiere tutto nuovo, in barba alla legge-moratoria che dovrebbe vietare la realizzazione di nuovi impianti. 

  E la Regione? Avrebbe dovuto ordinare il blocco del cantiere, invece, carabinieri, polizia e forestale sono stati lì a scortare i nuovi signori del vento, giunti freschi freschi dalle Alpi. Ora, mettiamoci comodi e cerchiamo di capirci qualcosa. La residenza fiscale di questi magnati del vento è a Cava, un minuscolo borgo incastonato tra Cuneo e Nizza, alle pendici delle Alpi Marittime. E se vi viene la curiosità di sapere chi sono i proprietari, preparatevi a un viaggio nel labirinto di trust, fondi finanziari, società correlate e nomi che suonano come un codice fiscale. Ma torniamo alla nostra isola. Villacidro, con le sue vette intatte e le sue fertili zone agricole, sta per essere invasa da nove pale che promettono di cambiare il panorama. E qui sorge una domanda: è davvero questo il progresso che vogliamo? Devastare l'ultimo angolo di Monte Linas rimasto intonso per una manciata di megawatt?

  Intanto, le proteste continuano, e i comitati locali non mollano la presa. La speranza è che la voce dei cittadini arrivi forte e chiara alle orecchie di chi decide, perché la Sardegna non può essere solo un campo di battaglia per affari eolici. La nostra terra merita rispetto, e soprattutto, merita che le leggi siano rispettate. Questa vicenda, al di là dei tecnicismi e delle polemiche, ci ricorda che il territorio non è solo uno spazio da sfruttare, ma un bene comune da tutelare. E che la vera sfida, oggi, è trovare un equilibrio tra sviluppo e conservazione, tra progresso e rispetto per l'ambiente. Un equilibrio che, purtroppo, sembra ancora lontano.