Un esempio di speranza: muore e dona il fegato - Rinasce una nuova vita all'ospedale di Lanusei

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Lanusei, 18 giugno 2024 – Un uomo, ottantatré anni di vita e un cuore grande quanto un'intera regione. È arrivato all’ospedale Nostra Signora della Mercede in condizioni disperate, il volto segnato dalla sofferenza e il corpo che lottava per un ultimo respiro. Ma in quel tragico momento, in quella stanza fredda e impersonale, è sbocciato un fiore di straordinaria umanità. La morte encefalica è stata accertata nel primo pomeriggio di ieri. Un verdetto implacabile, una sentenza senza appello. Ma quando tutto sembrava perduto, la famiglia ha preso una decisione che illumina l’animo umano: donare il fegato, l’organo che simbolicamente racchiude vita e vitalità. Un gesto d'amore puro e disinteressato, che dalla morte ha fatto germogliare la speranza. Il dottor Luigi Ferrai, il dottor Francesco Loddo e il dottor Gianluca Deiana hanno certificato l’irreversibilità della situazione. L’uomo non c’era più, se non nei ricordi dei suoi cari. Ma proprio questi ricordi, alimentati dall’amore e dall’altruismo, hanno guidato la famiglia verso una scelta che dona un nuovo significato alla parola "vita". Nelle prime ore del mattino, l’équipe del dottor Fausto Zamboni del Centro trapianti di fegato del Brotzu di Cagliari è giunta a Lanusei. Medici, infermieri, tecnici: un esercito di professionisti uniti da un unico obiettivo, sotto la guida del dottor Gian Pietro Gusai e del personale dell’ospedale locale. Un'operazione complessa, un balletto chirurgico che ha visto la collaborazione perfetta di diverse specialità. Radiologia, Laboratorio analisi, Centro trasfusionale: ognuno ha contribuito con competenza e dedizione. «Il successo di questo processo non sarebbe stato possibile senza il perfetto coordinamento dei diversi servizi e reparti ospedalieri», ha sottolineato Francesco Loddo. Ogni dettaglio curato con la precisione di un orologio svizzero, ogni gesto dettato dalla volontà di salvare una vita. Andrea Marras, direttore generale della Asl Ogliastra, ha espresso gratitudine: «Il supporto ricevuto dalle direzioni aziendali della Asl di Sassari e della Asl di Nuoro è stato fondamentale. Un ringraziamento particolare al dottor Gianluca Deiana e alla dottoressa Silvia Serusi. Ovviamente, i ringraziamenti vanno anche a chi si è trovato in prima linea: i chirurghi del Centro trapianti di fegato del Brotzu, il dottor Gian Pietro Gusai, l’équipe multidisciplinare dell’ospedale di Lanusei e tutte le strutture coinvolte». E mentre l’organo viaggia verso Cagliari, dove un malato attende di riceverlo e di rinascere a nuova vita, le parole di Marras risuonano come un eco di commozione: «In un momento di sofferenza e difficoltà, i familiari hanno trovato la forza, nell'altruismo e nell'amore per la vita, di autorizzare il prelievo. Hanno reso possibile, ad un’altra persona, di riaccendere la speranza per un’esistenza migliore». In questo angolo di Sardegna, dove la natura è aspra e generosa, un uomo ha lasciato un'eredità di speranza. E noi, spettatori di questa storia di grandezza d’animo, non possiamo che inchinarci di fronte a tale esempio di umanità. La vita continua, grazie al cuore immenso di chi ha saputo donare anche nell’ultimo istante.