Il ricordo di Alfredino e l'eroismo del sardo Angelo Licheri

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  Ogni anniversario che scivola via sembra portare con sé un peso sempre più opprimente, un fardello di memoria e dolore che il tempo non riesce a lenire. Ricordare Alfredino Rampi non è solo un dovere morale, ma un atto di profonda umanità, di rispetto verso un piccolo eroe che ci ha insegnato la fragilità della vita e la forza del coraggio. 

  Era il 10 giugno 1981 quando Alfredino, un bambino di sei anni, cadde in un pozzo artesiano a Vermicino, un piccolo borgo alla periferia di Roma. L'Italia intera seguì con il fiato sospeso ogni momento di quella tragica vicenda, sperando contro ogni speranza, pregando che quel piccolo corpo intrappolato potesse essere liberato. Le ore si trasformarono in giorni, e il pozzo diventò il centro di un dramma umano che coinvolse soccorritori, tecnici, e persone comuni. Tra questi eroi c'era Angelo Licheri, un uomo semplice, un tipografo sardo, che il destino ha scelto per un atto di straordinario coraggio. Licheri fu l'unico a raggiungere Alfredino, anche se solo per pochi attimi, nel tentativo disperato di strapparlo alla morte. Scese nel pozzo senza esitazione, sfidando l'oscurità, il freddo e la paura. Nonostante i suoi sforzi, Alfredino non poté essere salvato, ma l'atto di Licheri rimane scolpito nella memoria collettiva come simbolo di dedizione e amore per la vita umana. L'angoscia di quei giorni, la disperazione della famiglia Rampi, e l'incredibile mobilitazione di una nazione intera non sono mai state dimenticate. 

  Il pozzo di Vermicino non è solo un luogo fisico, ma un simbolo del nostro eterno confronto con la fragilità della vita e con il destino ineluttabile. Angelo Licheri, con il suo gesto, ha dimostrato che l'eroismo non è riservato ai grandi, ma può risiedere in ogni cuore semplice. Il suo sacrificio, la sua discesa in quel buco nero, rappresentano l'essenza più pura della compassione umana. Licheri non cercava gloria; voleva solo salvare una vita, una piccola vita preziosa che il destino crudele stava strappando troppo presto. 

  Ogni volta che pensiamo ad Alfredino e a quel maledetto pozzo, dobbiamo anche ricordare Angelo Licheri, il suo coraggio, la sua umanità. La memoria di Alfredino e l'eroismo di Licheri ci insegnano che, anche nelle situazioni più disperate, ci sono persone pronte a mettere a rischio la propria vita per salvare quella degli altri. È una lezione di speranza, di altruismo, che dobbiamo portare con noi ogni giorno. In questo triste anniversario, mentre il cuore si stringe nel ricordo di quel piccolo angelo e dell'eroe che cercò di salvarlo, riflettiamo sulla nostra umanità, sul nostro coraggio, e sulla nostra capacità di amare. Perché alla fine, ciò che rimane sono gli atti di bontà e di coraggio che illuminano anche le notti più buie.