L’utilizzo dei social non si discute, sebbene le correzioni da apportare siano diverse, l’approccio differente e la standardizzazione non sia gradita. Da Orgosolo l’esperto di digital marketing, Gianluigi Tiddia, sentenzia: «La comunicazione digitale è strategica, se parliamo di promozione turistica, ma non può prescindere da un aspetto: dev’essere accostata a una forte identità». Ecco la frase da tenere bene a mente, sintesi perfetta di un nuovo cammino che si annuncia ricco di soddisfazioni per i 7 paesi del Gal Barbagia. Il percorso di Destination Inside Sardinia riparte da qui: «Prima dobbiamo sapere cosa siamo, poi pensare alla nostra pubblicazione. La strada è il “turismo di comunità”».
È la variante turistica che intriga, la scommessa vincente per le zone interne, almeno stando all’incontro orgolese dei giorni scorsi. Gli operatori del settore e gli amministratori hanno dialogato con Gianluigi Tiddia nell’affascinante ex casa comunale tempestata di murales.
Hanno raccolto con entusiasmo la proposta dell’esperto di comunicazione digitale che scardina consolidate credenze. «Oggi va molto di moda il cosiddetto “turismo esperienziale”, dove si crea una sorta di set cinematografico, appunto un’esperienza, nella speranza che il visitatore ci vada», spiega Tiddia: «Ebbene, a mio avviso questa non è la soluzione migliore. Dobbiamo puntare sul “turismo di comunità”, dove il turista deve entrare e vivere quei luoghi così come sono davvero. Deve vivere un’esperienza reale, senza finzione». Ecco la novità da cogliere, virtuosa e di facile attuazione al tempo stesso. È qui che gli strumenti digitali entrano in gioco, nel modo giusto. «In questo caso non mi riferisco solo ai social network. Le propaggini sono svariate, basti pensare alle opportunità garantite dall’intelligenza artificiale. Soprattutto nella fase di pianificazione il digitale può essere di grosso aiuto, sia nell’analisi dei dati sia nella fase di scelta di chi vogliamo far arrivare in Sardegna». Gianluigi Tiddia puntualizza, con schiettezza da vendere: «Non si parla in questo caso di scegliere i ricchi o i belli. Dobbiamo però scegliere quei turisti che vadano bene per le nostre comunità, che si possano inserire e integrare nel modo migliore possibile, senza “distruggere” le nostre realtà».
L’intelligenza artificiale da una parte, il forte valore umano delle relazioni dall’altra. Questa è la singolare “fusione” da invocare, la strada da percorrere verso il “turismo di comunità”.
«Tantissimi anni fa i turisti ci sceglievano e venivano nella nostra terra proprio per costruire relazioni, perché qui si sentivano a casa», prosegue Tiddia: «Questo aspetto è andato perduto, negli ultimi tempi, e noi siamo diventati come tanti altri: fornitori di servizi senza grande cura e grande attenzione». Insomma, l’esperto mette in guardia, incita al recupero di quei valori fondanti e distintivi di un popolo. E sullo sfondo le zone interne, ideali testimonial di una svolta turistica da cogliere. «Ecco che in questo modo i social possono diventare di nuovo protagonisti, insieme all’intelligenza artificiale generativa e a strumenti come “ChatGpt”, perché consentono di connettere le persone e di averne cura», precisa Gianluigi Tiddia. Poi aggiunge: «Più che ai social network come vengono utilizzati oggi, in modo visuale e passivo, dobbiamo prestare attenzione alla nostra presenza in Rete, magari con un sito internet proprietario. In questo modo, infatti, possiamo essere “trovati”. L’intelligenza artificiale va a raccogliere dati da siti statici, non da conversazioni sui social».
Eventi partecipati, dalle tematiche attuali e affascinanti, iniziati lo scorso maggio. Da Oliena a Orani, passando per Fonni, Orotelli e Orgosolo il cammino è tracciato. Le ambizioni non mancano. Claudio Perseu, direttore del Gal Barbagia: «Ora sappiamo cosa fare, come comportaci per valorizzare le zone interne. Dobbiamo fare di tutto per tenere in vita i nostri paesi, per contrastare lo spopolamento e dare un futuro ai giovani».