Raid con bomba e minacce dopo la fine di una relazione

Operazione "Revenge Bomb" della Digos: tre ai domiciliari e altri due indagati

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  Villaspeciosa, la quiete di questo piccolo paese sardo è stata squarciata da un episodio che pare tratto da un film di gangster, ma è la triste realtà. Una Fiat Panda, ridotta a un ammasso di lamiere contorte, è il segno tangibile di una vendetta d’amore che ha lasciato tutti senza parole. 

  Nella notte tra fine novembre e i primi di dicembre dello scorso anno, un 38enne di Vallermosa, spalleggiato da due giovani di 21 anni provenienti da Assemini e Villasor, ha messo in scena un vero e proprio raid per vendicarsi di vecchi rancori amorosi. Non parliamo di semplici minacce, ma di un ordigno esplosivo piazzato sotto un’automobile, con l’intento di intimidire il nuovo fidanzato di una ragazza che uno di loro frequentava in passato. Non contenti, la stessa notte, i tre si sono spinti fino all’abitazione di un’altra giovane, colpevole di aver chiuso una relazione con uno di loro, e hanno imbrattato il cancello con insulti. Questa mattina, l’operazione "Revenge Bomb" della Digos ha portato agli arresti domiciliari i tre responsabili per danneggiamento, fabbricazione o detenzione di materiale esplodente, violenza o minaccia a un pubblico ufficiale, minaccia e diffamazione. 

  La Questora di Cagliari, Rosanna Lavezzaro, ha sottolineato l’efficacia dell’intervento: "Nel giro di cinque mesi abbiamo fatto piena luce su questo grave episodio. Inizialmente abbiamo lavorato come se fosse un attentato ai danni di un nostro ispettore della Digos, poi si è scoperto che era indirizzato al figlio. Un episodio grave con un ordigno micidiale piazzato sotto l'auto. Abbiamo agito velocemente in stretta sinergia con la Procura". L’indagine, condotta con rigore e tempestività, ha rivelato un quadro inquietante. I tre individui avevano noleggiato un’auto e, il 30 novembre, avevano lasciato scritte minacciose al cimitero di Vallermosa contro il comandante della stazione dei carabinieri, accusato di aver tentato di notificare un atto a uno dei giovani. 

  Due giorni dopo, l’ordigno esplosivo ha devastato l’auto del figlio dell’ispettore della Digos, precedentemente minacciato. Un altro bersaglio della loro ira è stata una giovane donna, che ha trovato insulti sul portone di casa. Le perquisizioni odierne hanno portato al sequestro di un tirapugni, una mazza da baseball e i cellulari degli indagati. Le chat social visionate dalla polizia hanno mostrato un comportamento violento e minaccioso del gruppo, con continui insulti alle ex fidanzate. 

  Un 20enne e un 19enne di Decimomannu e Assemini sono attualmente indagati per minacce sempre ai danni del figlio dell’ispettore. Un episodio che getta una luce oscura su una gioventù che, invece di costruire il proprio futuro, si perde in vendette e atti di violenza. Un caso che richiama alla mente scenari di degrado sociale e morale, che speriamo possano essere contrastati con fermezza dalle forze dell’ordine e da un ritorno ai valori del rispetto e della legalità.