Benché non sia espressamente una processione religiosa, qual è
l’importantissima Sant’Efisio, e con buona pace di coloro che tendono
a dividere quello che non può essere separato, durante la Cavalcata
Sarda non mancano quei simboli e simbolismi legati agli abiti
tradizionali che richiamano all’indissolubile rapporto tra la sfera del
Visibile e dell’Invisibile, e che i Sardi seguono profondamente nel loro
animo da secoli e secoli: li possiamo osservare nei numerosi e fantastici
crocifissi d’oro e d’argento, negli orecchini di corallo di Ollolai, detti
“sas ficcas”; oppure nel particolare “manteddu” che copre il capo
delle donne di Ploaghe, ed ancora, nel gioiello “su sole” di Oliena, e il
particolare pendaglio da collo “a fiocco” con una croce, che è riferibile
alla “zoiga” di Dorgali, ed infine nel conosciutissimo pendente a motivi
simbolici, chiamato “su cocco”.
Esiste una magnificenza degli abiti tradizionali dell’area oristanese e
del sud Sardegna, da cui è possibile trarre una fastosità che lascia lo
sguardo indeciso tra Estasi e Realtà, e che si evince particolarmente in
quelli di Maracalagonis, Quartu Sant’Elena, Selargius, Oristano.
Dagli abiti tradizionali del Nuorese e dell’Ogliastra, si può quasi udire
quell’eco culturale di una Sardegna senza spazio ne tempo, in cui ogni
singola parte di una veste femminile e maschile sembra confezionata
come fosse un antico rito: come fosse una “boghe ‘e notte”
armonizzata “a tenore”.
È un’esperienza poetica, un cammino esistenziale tra “corpo ed
anima” quello espresso dagli abiti tradizionali del nord Sardegna; e
non v’è dubbio: pensiamo ai bottoni di Ittiri, che si presentano dinanzi
agli occhi del pubblico della Cavalcata Sarda con tutto il loro sfarzo.
Ricordiamo quei boleri così ricercati nella loro composizione, da dover
cedere il palcoscenico alla messa in mostra dei bustini, che sanno di
una teatralità raffinata quali sono i capi di Uri, Bonnanaro, Ossi,
Siligo. Manticelli, veli e fazzoletti lasciano incantato ogni osservatore,
ogni spettatore, poiché questi copricapi sono stati creati da mani
preziose, degne di essere raccontate in un “muttos de amore”.
Tutto ciò che si esprime attraverso le sensazioni umane e spirituali, è
Cultura; e tutto ciò che si vive giorno dopo giorno, istante dopo
istante, è patrimonio fondamentale per la continuità e il mantenimento
di noi stessi, del nostro luogo di nascita, della nostra lingua, della
nostra storia: questo accade anche nelle dinamiche culturali che si
manifestano nella Cavalcata Sarda della città di Sassari.