Il cardinale Angelo Becciu, in una lettera indirizzata al decano del collegio cardinalizio e a tutti i membri del Collegio stesso, ha espresso il suo dolore per non partecipare alla messa del Giovedì Santo, evento a cui non mancava da 52 anni. Nel testo, Becciu condivide il suo stato d'animo e le sue riflessioni in merito alle accuse che lo hanno colpito, sostenendo fermamente la sua innocenza.
Becciu ha raccontato di un incontro recente con il Santo Padre, durante il quale, al momento del congedo, il Papa gli ha chiesto se avesse intenzione di essere presente alla Messa. "Gli ho risposto che non avevo il coraggio di parteciparvi.
È con sofferenza che così farò perché non vorrei oscurare lo splendore delle vostre porpore con la mia, macchiata da una pesante quanto ingiusta condanna," ha scritto il cardinale, esprimendo il suo dolore per la situazione che lo ha portato a tale decisione.
Nella lettera, Becciu paragona la sua esperienza al Venerdì Santo, vedendo nella sua vicenda un'eco delle sofferenze subite da Gesù. "Mi sento quasi un privilegiato nel ritrovarmi unito al Signore, il quale anche Lui sperimentò l'umiliazione dell'irrisione, del fallimento, della condanna senza vere motivazioni, l'annientamento totale della sua dignità di persona," riflette Becciu, proclamando la sua innocenza e la sua determinazione a difenderla fino all'ultimo respiro.
Il cardinale nega le accuse di peculato e truffa mosse contro di lui, sottolineando la mancanza di prove e ribadendo il suo impegno di lunga data al servizio della Santa Sede. Becciu descrive il processo a cui è stato sottoposto come un'esperienza tremenda, aggravata dalla pressione mediatica che ha coinvolto anche la sua famiglia e il vescovo della sua diocesi.
"Apprendere nel Tribunale che taluni avevano tramato contro di me mi ha ferito profondamente," confessa Becciu, denunciando le accuse come prive di fondamento, malvage e motivate da odio e pregiudizio. Il cardinale rifiuta in particolare l'accusa di aver disonorato la Santa Sede, affermando di aver dedicato la sua vita al suo servizio e di aver sempre ricevuto riconoscimenti per il suo lavoro disinteressato.
Concludendo la sua lettera, Becciu si dice convinto che la verità trionferà, forse anche dopo la sua morte, ma con piena forza. "La Storia mi darà ragione: essa è dalla parte degli innocenti!" è la dichiarazione con cui il cardinale chiude il suo messaggio, un appello alla giustizia e alla verità nel cuore di una delle più alte istituzioni della Chiesa Cattolica.