Bombolo nel ricordo di suo figlio

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  Franco Lechner, in arte Bombolo, è stato un comico e attore italiano, nato a Roma il 22 maggio 1931 e morto nella stessa città il 21 agosto 1987. Nato orfano di madre e con un padre ambulante, smise di andare a scuola all'età di 8 anni. «Fece fino alla seconda elementare, nella classe differenziata: gli altri andavano di mattina, i poveri di pomeriggio. Il grembiule, le penne e i quaderni costavano troppo». Ma per i suoi figli ha fatto di tutto per regalargli un'istruzione. Anche lui ha fatto l'ambulante. «Col carretto a pedali - racconta ancora al Corsera - Usciva alle sette, girava per i vicoli dietro Campo de’ Fiori. Piatti, bicchieri, ombrelli, tovaglie. “Tre padelle mille lire!”. 

  Vasi cinesi. Era bravo, i soldi ce li faceva. Ci mandò tutti e tre alle scuole private, ci teneva, per lui era una rivincita». «Castellacci e Pingitore un giorno capitarono nell'osteria dove papà tra un bicchiere e l'altro faceva delle scenette. Lo notarono e gli lasciarono un numero di telefono su un foglietto. “Ci chiami, ha la faccia giusta per il cinema, un talento naturale”. Papà se lo dimenticò nella tasca dei calzoni, lo trovò mamma, lui non voleva richiamare, lo fece lei al posto suo». Il primo film fu Remo e Romolo nel 1976. Si fece notare per la sua comicità fisica e spontanea, caratterizzata da una mimica facciale stravolta, un'espressione bovina dello sguardo, un pianto onomatopeico ("Tzè!") da fumetto, e movimenti inconsulti. Il suo personaggio era spesso quello di un uomo semplice e bonario, un po' goffo e pasticcione, ma dal cuore d'oro. Suo figlio Alessandro racconta, sempre al Corriere della Sera, che «all’inizio faceva fatica a studiare i copioni, anche semplici. Perché non sapeva leggere, non bene. A casa dovevamo aiutarlo. Con gli anni diventò più bravo, riusciva ad imparare a memoria anche dialoghi lunghissimi, non sa quanto ne andava orgoglioso. Purtroppo non ha fatto in tempo a guadagnare bene «Nel 1987 il Bagaglino arrivò in tv, su Canale 5, lì sì che pagavano bei soldi, purtroppo lui è morto proprio sul più bello. Ma si era comprato una Giulietta blu...».

  La sua ultima apparizione in scena, sul palco del Salone Margherita con la compagnia del Bagaglino risale all'8 maggio 1987. Quella sera fu aiutato a salire sul palcoscenico a causa della debolezza dovuta alla malattia oramai incombente. Morì il 21 agosto 1987 all'ospedale Forlanini di Roma all'età di 56 anni in seguito a un arresto cardiaco. Riposa nel cimitero Flaminio a Roma, e l'epitaffio sulla sua tomba riporta "Ciao Bombolo Core de Roma". Tomas Milian ha raccontato che, al funerale di Bombolo, avvenuto il 24 agosto 1987 nella parrocchia di Santa Maria in Vallicella, si nascose dietro una colonna affinché nessuno lo notasse e quando il feretro passò davanti a lui, gli diede un affettuoso buffetto, in ricordo di tutti gli schiaffoni che, sul grande schermo, nei panni dell'ispettore Nico Giraldi, aveva rifilato all'attore romano L’ultimo ricordo di suo figlio: «Era uscito dall’ospedale il giorno del mio compleanno, il 12 agosto. Stavamo a tavola, era provato. “Guarda che festa brutta che hai avuto”.“No, papà, per me è la più bella, perché sei a casa con me”. Ci mettemmo a piangere tutti e due. Nove giorni dopo è morto...».