Trentasette anni fa, nel cuore di Cagliari, si consumò una tragedia che ancora oggi echeggia nelle pagine scure della giustizia italiana. Aldo Scardella, giovane studente universitario, si trovò inghiottito in un vortice di errori giudiziari che lo condussero, passo dopo passo, verso una fine tragica e immeritata.
Nel 1986, Aldo venne ritrovato senza vita nella sua cella a Buoncammino, terminando la sua esistenza in un silenzio atroce, frutto di 185 giorni di isolamento totale. Un isolamento che, inesorabilmente, lo spinse verso il baratro del disperato gesto finale.
Aldo, un ragazzo dalla vita ordinaria e dai sogni comuni, venne travolto dall'ingranaggio di un sistema giudiziario cieco e sordo.
La sua unica colpa, se così può essere definita, fu quella di abitare vicino al luogo di un efferato delitto: l'uccisione del proprietario di un mini market in via dei Donoratico.
Il ritrovamento di un passamontagna vicino al luogo del crimine portò le forze dell'ordine a una conclusione affrettata e fatale. Dopo una perquisizione frettolosa, Aldo fu arrestato il 26 dicembre 1985, privato dei suoi diritti fondamentali, incluso quello di avere un avvocato.
La sua vita, fino ad allora tranquilla e lineare, si trasformò in un incubo senza fine.
Nel carcere di Oristano, in un regime di isolamento che avrebbe spezzato chiunque, Aldo affrontò i suoi giorni più bui. Il ritorno a Cagliari non portò sollievo, ma solo l'aggravarsi di una condizione insostenibile. Nella sua cella, lasciò un biglietto, un addio carico di disperazione e di un'innocenza mai riconosciuta in vita: "Vi chiedo perdono, se mi trovo in questa situazione lo devo solo a me stesso, ho deciso di farla finita, perdonatemi per i guai che ho causato, muoio innocente."
Fu solo nel 2002, grazie alla pressione dell'opinione pubblica, che la verità iniziò a emergere. Walter Camba e Adriano Peddio, già noti alle autorità, vennero condannati per l'omicidio del mini market. Ma per Aldo, ormai, era troppo tardi.
Oggi, una piazza di Cagliari porta il nome di Aldo Scardella, vicino al luogo del delitto che gli ha rubato la vita. È un monito, un ricordo di quanto sia fragile e prezioso il filo della giustizia, e di come, a volte, venga spezzato dalle mani stesse che dovrebbero proteggerlo. La storia di Aldo Scardella rimane un capitolo doloroso, un errore giudiziario che grida ancora giustizia tra le vie di Cagliari.