Vertice politico sardo: Tensioni e diplomazia tra Psd'Az e FdI

-
  Nella scacchiera politica sarda, il gioco di potere si svolge tra mosse e risposte misurate, dove ogni parola conta e ogni gesto è calcolato. Antonio Moro, presidente del Partito Sardo d'Azione (Psd'Az) e assessore dei Trasporti della giunta regionale, ha risposto con un certo stile diplomatico all'invito per un vertice regionale convocato dalla senatrice e coordinatrice regionale di Fratelli d'Italia (FdI), Antonella Zedda. 

  L'invito, per venerdì alle 11 a Cagliari a Palazzo Tirso, ha sollevato qualche sopracciglio tra le file del Psd'Az. Moro, nel suo rispondere, non manca di sottolineare "la stima e il rispetto" tra i due partiti, pur esprimendo perplessità per la modalità di convocazione, definita "irrituale e poco rispettosa della forma politica". Questa mossa, più che una risposta, sembra un elegante balletto retorico, dove le parole si muovono con cautela tra le righe di un invito non del tutto gradito. L'accusa sottintesa di Zedda riguardo al ritardo nella convocazione del vertice è stata prontamente ribattuta da Moro, che spiega la necessità di aspettare le valutazioni del cosiddetto tavolo nazionale del centrodestra. 

  Questa attesa, secondo Moro, non è un "infruttuoso atteggiamento dilatorio", ma un "atto di correttezza politica" nei confronti delle altre parti della coalizione. Quello che emerge chiaramente è un gioco di equilibrismi politici, dove Moro gioca la carta del rispetto istituzionale e dei tempi politici, un chiaro segnale che nel teatro della politica sarda, le forme e le apparenze hanno un peso notevole. Non c'è una risposta esplicita sulla partecipazione all'incontro, ma piuttosto un invito a mantenere il dialogo aperto, "in attesa di un cenno di riscontro". 

  La chiusura di Moro pone l'accento sulla necessità di un confronto "tempestivo, schietto e leale", essenziale per prendere "le necessarie decisioni politiche". Questa dichiarazione sembra un invito a danzare insieme, ma seguendo un ritmo e un protocollo ben definiti, dove ogni passo è parte di una coreografia più ampia mirata a garantire "unità e compattezza della coalizione di centrodestra-civica-sardista". In questo scenario, la politica si trasforma in un'arte raffinata di diplomazia e tattica, dove le parole sono scelte con cura e i gesti sono calibrati per mantenere l'equilibrio in un delicato gioco di potere.