La Sardegna nelle mire della mafia: Terra di riciclaggio e traffico di droga

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  La Sardegna si profila come un nuovo territorio di interesse per i potenti clan mafiosi calabresi e campani, con l'isola che diventa sempre più un punto nevralgico per le operazioni di riciclaggio di denaro sporco. Ma non solo. Gli stessi gruppi criminali locali sembrano aver stretto forti legami con la criminalità organizzata per l'esportazione di marijuana e l'importazione di altre droghe nel territorio insulare. Questo è lo scenario delineato dalla relazione semestrale della Dia, illustrata dal ministro dell'Interno e relativa ai fenomeni di criminalità organizzata di stampo mafioso nel secondo semestre del 2022. In particolare, il documento cita il discorso del procuratore generale di Cagliari, Luigi Patronaggio, all'apertura dell'anno giudiziario 2023.

  Secondo Patronaggio, la Sardegna "appare vulnerabile alla penetrazione di organizzazioni mafiose, in particolare, campane e calabresi. Queste ultime, peraltro, appaiono fortemente interessate al riciclaggio di denaro di illecita provenienza e ad attività di reimpiego di capitali illeciti, fenomeni facilitati dalle grandi occasioni di investimento che la Sardegna offre nel settore turistico e commerciale". La Dia conferma che la criminalità sarda ha stretto e mantiene rapporti attivi con organizzazioni mafiose. La produzione e lo spaccio di stupefacenti, in particolare la marijuana, sono diventati il fulcro delle loro operazioni. L'isola, infatti, ha visto una crescente produzione di marijuana nelle sue coltivazioni illegali, spesso nascoste in aree remote dell'entroterra. 

  Il rapporto evidenzia anche un aumento del traffico di droghe, con la "considerevole produzione locale di marijuana" e "una graduale, maggiore importazione di altre tipologie di stupefacenti dalla penisola e anche dall'estero". La Dia sottolinea: "Sembrerebbe potersi dedurre che parte della produzione di marijuana nell'Isola sia di fatto destinata ad essere esportata verso altri mercati italiani ed esteri; tale circostanza comporta la necessaria vicinanza dei 'coltivatori' isolani ad organizzazioni criminali con influenza ultraregionale".

  Un altro allarmante fenomeno descritto nella relazione riguarda gli attacchi ai furgoni portavalori, spesso correlati al traffico di droghe. Inoltre, sul versante della criminalità straniera, la Dia mette in evidenza la presenza di organizzazioni criminali nigeriane, specializzate nel traffico di droghe e nella tratta di persone, destinate alla prostituzione in Sardegna. Queste rivelazioni sottolineano la necessità di un intervento deciso per combattere la penetrazione mafiosa e il crescente fenomeno del narcotraffico nell'isola.