La Sardegna si sta trasformando in un luogo senza figli. I dati parlano chiaro: con una natalità di 0,91 figli per donna, l'Isola è fanalino di coda non solo in Italia, ma a livello mondiale. La situazione è drammatica e non è soltanto una questione di numeri: dietro questi dati si cela un cambiamento sociale profondo che sta minando le fondamenta stesse della comunità sarda?.
Un tempo, la famiglia in Sardegna era un clan, un punto di riferimento solido. Oggi, al contrario, siamo una società di solitari. I giovani non solo fanno sempre meno figli, ma molti di loro scelgono di partire. Non è difficile capire perché. La precarietà economica è il nemico numero uno: contratti di lavoro temporanei, stipendi bassi, impossibilità di ottenere mutui o di pagare l’affitto. È una realtà che strozza ogni speranza di costruire una famiglia?.
E se restano, le difficoltà non sono certo minori.
Lavorare per mantenere un figlio è una sfida: i costi sono elevati e le politiche di sostegno sono deboli e insufficienti. I contributi regionali, come il "bonus bebè", aiutano solo marginalmente. Le madri lavoratrici sono eroine, costrette a sacrificare carriera e stabilità per crescere i figli, in un contesto sociale che penalizza il desiderio di maternità, senza tutele anche per la paternità.
Le cause di questa crisi demografica non si fermano alla sola economia. C'è una questione più profonda: la mancanza di prospettive, di stimoli. La Sardegna sembra essere un'isola senza futuro per molti giovani, schiacciati tra l'incertezza lavorativa e una società che non riesce più a garantire le condizioni necessarie per un'esistenza dignitosa?.
La politica avrebbe un ruolo in tutto questo, ma sembra distratta da questioni di corto respiro. Si parla tanto di rilancio economico, di grandi progetti, ma senza un impegno serio per invertire questa tendenza demografica, la Sardegna continuerà a svuotarsi. Abbiamo già perso troppo tempo.
L'Isola ha bisogno di una rivoluzione culturale ed economica, di politiche che mettano al centro la famiglia e la natalità. Non palliativi, ma strategie a lungo termine: lavoro stabile, servizi per l'infanzia, incentivi veri per i giovani che vogliono restare e costruire qui il loro futuro. Senza figli, senza famiglie, non c'è futuro per la Sardegna. E questo è un rischio che non possiamo più permetterci di ignorare.