Giro d’Italia 107 – 1° Tappa: Venaria Reale – Torino

-
  Dopo un tranquillo avvio col trasferimento, al km 0, con ancora 137 km da affrontare, già dopo 4 km ci sono 6 corridori che tentano la fuga, distaccandosi dal gruppo, che però li tiene in vista, nonostante altri 3 tentino di aggiungersi ai coraggiosi della giornata. Troppe squadre rimangono escluse dalla fuga, e dunque il gruppo si allunga, per poi temporaneamente rassegnarsi e rimanere a 20 secondi di distanza per poi rallentare ulteriormente. La fuga, a 123 km dall’arrivo, va in porto con il gruppo a 1:40 che li tiene sotto controllo. A 120 km dall’arrivo si comprende che il gruppo non vuole lasciare più di 2 minuti di vantaggio alla fuga, con la UAE Emirates e la Ineos Grenadiers che mettono i loro uomini a tirare il gruppo con un ritmo allegro, segno che forse gli aspiranti leader della corsa potrebbero voler già tentare di vincere la tappa e prendere la prima maglia rosa. A 113 km dalla fine, Filippo Ganna chiede l’intervento dell’ammiraglia per problemi al dispositivo collegato all’auricolare; un Ganna che potrebbe ambire alla tappa e alla prima maglia rosa, essendosi allenato a dovere anche per affrontare le salite impegnative. 

  Quando mancano 94 km all’arrivo, comincia il primo GPM (Gran Premio della Montagna) Berzano San Pietro, ed il distacco del gruppo arriva a quasi 2 minuti circa 3 km dopo. A 91,2 km dall’arrivo ecco che parte la volata per prendersi i punti GPM di 4° categoria per la classifica della maglia azzurra, 3 punti che si aggiudica Filippo Fiorelli, mentre il gruppo si attesta ad un ritardo di 2:17 minuti. A Moriondo Torinese lo sprint per il traguardo volante della classifica velocisti (maglia ciclamino) vede partire la volata con Fiorelli che prende anche i punti. C’è una volata anche nel gruppo per il 7° posto, e quindi il gruppo riconquista secondi rispetto alla testa della corsa riportandosi a 1:25, mentre Fiorelli e Calmejane pensano di rialzarsi. A 70 km dall’arrivo comincia la salita di Superga, da un versante con pendenze dal 4 al 7%; il gruppo, con in testa UAE e Ineos, raggiunte qualche km dopo dalla Bahrain Victorious, ha un ritardo di 2:26. I 6 uomini al comando rimangono per ora compatti dandosi cambi regolari, fino ai 65,7 km dall’arrivo in cui la testa della corsa si frammenta in vista del GPM di Superga, con scatti e controscatti, con il corridore eritreo Ghebreigzabhier, già presente in fuga, che prende il largo e guadagna 10 secondi di vantaggio rispetto agli altri 5, vincendo il GPM di Superga; a seguire Fiorelli, che arriva 2° prendendosi altri punti. L’eritreo rimane dunque solo all’attacco a 62,1 km dall’arrivo, mentre il gruppo arriva a 3 minuti di ritardo, anche se ha aumentato l’andatura perché vogliono tutti stare davanti in questa fase delicata. Pietrobon e Fiorelli inseguono l’eritreo, ed a 56,1 km dalla fine si trovano ad appena 12 secondi dall’attaccante di giornata. Mentre il gruppo è sulla discesa di Superga il gap tra l’eritreo e gli inseguitori aumenta a 16 secondi. A Ghebreigzabhier si aggiunge Calmejane i quali lasciano indietro il duo italiano. Nel frattempo foratura per Edoardo Affini che deve velocemente recuperare essendo alla coda del gruppo, i due davanti guadagnano intanto 1 minuto, che a breve diventerà 1:30, rispetto agli immediati inseguitori a 41,4 km dalla fine, ormai imprendibili o quasi, almeno fino allo strappo di San Vito che si avvicina, mentre il gruppo si organizza per riprenderli, con in testa la UAE Emirates di Pogacar. Calmejane si aggiudica il traguardo dell’intergiro, senza volata, in accordo col corridore eritreo. Ed ecco a 34,5 km dalla fine che comincia lo strappo di San Vito, breve ma duro, ed il resto della corsa recupera un minuto rimanendo con un ritardo di 2:15 fino a quando arriva allo strappo e la Quick-Step prende il comando del gruppo con Alaphilippe, diminuendo a 1:47 il divario con la testa della corsa. I velocisti si staccano qui, com’è logico che sia, mentre Fiorelli e Pietrobon vengono ripresi dal gruppo, la testa della corsa, ancora l’eritreo Ghebreigzabhier che nello strappo scattando lascia indietro Calmejane, anche se per poco, mossa forse imprudente visto che mancano 30 km all’arrivo, e deve affrontare il Colle della Maddalena, altro GPM di giornata e una discesa velocissima e molto tecnica. Intanto una caduta, che coinvolge Domenico Pozzovivo mentre si trova in coda al gruppo e dunque Fiorelli si ferma per aspettarlo, sembra ci sia stato un contatto.

  Rientrare non sarà facile. A 27 km che mancano all’arrivo, la UAE Emirates fa sul serio mettendo in testa un velocista giovane specialista delle prove contro il tempo, Bjerg, con l’intento di riprendere i fuggitivi, con un ritmo che sta facendo staccare non solo i velocisti ma anche alcuni scalatori, col risultato di recuperare sulla testa, ora a meno di un minuto. Stanno saltando nel gruppo anche molti gregari di Geraint Thomas, quindi si presume ci sia anche questa strategia sul piatto. Si difende bene Filippo Ganna, che milita nelle prime posizioni del gruppo, mentre a 24,7 km alla fine, rientra Pozzovivo. Calmejane si volta e si rende conto che il gruppo è a 30 secondi, mentre l’eritreo viene ripreso dal gruppo. Romain Bardet intanto si trova in palese difficoltà, in piena crisi, e viene aspettato dai compagni, probabilmente abbandonando i sogni di classifica. Il battistrada Calmejane è in vantaggio di 20 secondi, tiene duro per conquistarsi la maglia azzurra col il GPM della Maddalena, a 500m dal GPM scatta ma controlla dietro, conquistandosi infine la maglia azzurra con 18 punti. Ed ecco la discesa, nella quale ci vuole massima attenzione. Arensman si stacca dal gruppo, e non potrà più essere il 2° dopo Thomas come uomo di classifica. Filippo Ganna invece si trova nel gruppo ristretto di Tadej Pogacar che insegue Calmejane, il quale non si rialza dopo il GPM, ma spera probabilmente in qualche tattica del gruppo in ottica classifica generale, che gli consenta di vincere la tappa, restando in vantaggio di 30 secondi dal gruppo. Filippo Ganna chiama di nuovo l’ammiraglia rimanendo in coda al gruppetto di Pogacar, che è rimasto a 10 km mancanti, con un solo compagno di squadra. In mezzo tra testa e Pogacar, ci sono gli immediati inseguitori Conci, Schachmann, Honoré, Baudin, De Marchi e Caruso. A 7,8 km che mancano all’arrivo, i secondi di vantaggio di Calmejane sono rimasti solo 19, se non che il gruppo rallenta di nuovo, mentre gli immediati inseguitori lo riprendono. Tutto l’onere dell’inseguimento è di Rafa Majka che non trova collaborazioni, ed infatti Calmejane recupera altri 10 secondi arrivando a 30. A 4 km dall’arrivo anche il gruppo arriva all’ultimo strappo, e Pogacar parte per recuperare Nicola Conci che si porta in testa con 20 secondi con un’azione coraggiosa, Pogacar parte con lo scatto in salita, nel tratto con pendenza al 16%, recuperando su concisono ormai rimasti con Pogacar in due, a 2 km dalla fine, a 500 metri al traguardo, dove con una volata vince Jonathan Narvaez, su Pogacar, essendo rimasto dietro di lui per tutta l’ultima salita durissima.