Plogging: il nuovo sport per gli eco-fanatici

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  Eccoci, signore e signori, di fronte all'ultima trovata dei verdi: il "plogging". Un termine che suona come un verso scandinavo, ma che in realtà rappresenta l'apoteosi dell'ecologismo applicato allo sport. Avete capito bene: correre e raccogliere immondizia, un'invenzione che solo un svedese poteva partorire. 

  L'ha fatto Erik Ahlström, e il mondo gli deve... beh, un sacchetto pieno di rifiuti. La nuova disciplina è semplice: indossi le scarpe da ginnastica, prendi un sacchetto e, mentre corri, ti abbassi a raccogliere qualsiasi schifezza incontri lungo il percorso. Una sorta di maratona della spazzatura che combina l'utile – fare movimento – all'ecologico – pulire l'ambiente. O almeno così dicono. 

  Il quotidiano "Domani" ci informa che questa pratica sarebbe in crescita a livello globale. Sì, perché evidentemente non bastavano yoga e pilates, ora ci si mette anche il plogging. E non finisce qui: abbiamo anche il "campionato mondiale di plogging" organizzato in Italia. Immaginate un po': una competizione dove il vincitore è colui che corre più veloce e raccoglie più spazzatura.

  E se lo fai a Roma, buona fortuna: potresti finire la gara in un ospedale anziché sul podio. La particolarità di questo sport non sta solo nel correre, ma nel piegarsi continuamente a raccogliere detriti. Un incrocio bizzarro tra un allenamento HIIT e una sessione di raccolta differenziata. Quindi, non solo devi avere i polmoni per correre, ma anche una schiena abbastanza forte per non cedere sotto il peso dei rifiuti. 

  In termini di regolamento, le gare di plogging sono un delirio organizzativo: percorsi liberi ma con obblighi di passaggio in determinati punti, e una classifica che somma la distanza percorsa e il dislivello con i punti "eco", basati sui rifiuti raccolti e sul presunto risparmio di CO2. Insomma, un pasticcio di numeri e buone intenzioni. Alla fine, questo è il plogging: un misto di sport, ecologia e un pizzico di assurdità. Una disciplina che forse ha il suo valore, ma che non smetterà di stupirci – o di divertirci, a seconda dei punti di vista. Ah, le gioie del vivere moderno, dove anche la corsa si trasforma in una crociata contro l'inquinamento. Chapeau!